Alla luce è affidato il compito di evidenziare le forme e i colori di ciò che ci circonda. A volte cose semplici ed essenziali a volte situazioni complesse.
Ai nostri occhi il piacere di saper cogliere le emozioni racchiuse in ognuna di esse. Alle nostre immagini il compito di conservarle nel tempo.

13/12/10

Il porto di Dhaka

Diario di viaggio - Dhaka Bangladesh   - On the road again

Questa e' sicuramente la foto giusta per lasciare il mio saluto a tutti quelli che mi leggeranno. Sono in Bangladesh ormai da piu di due settimane e le situazioni che ho incontrato sono ancora una volta un'esperienza per me molto importante.
Il mio arrivo a Dhaka ( la capitale che con i suoi 16 milioni di abitanti assomiglia piu ad un formicaio che ad una citta' per gli uomini ) e' stato come al solito gia di per se un avventura. Uscire dall'aeroporto e' un impresa che mette alla prova anche gli stessi bengalesi, figuriamoci uno dei monti Bergamaschi, ma per fortuna c'era all'esterno chi mi aspettava. Se cosi non fosse probabilmente sarei ancora li.
Dal giorno successivo comincia per me una vera e propria fullimmersion fotografica ed umana.
Una visita al porto non poteva mancare. Li ci sono gia stato altre volte ma lo spettacolo si ripete senza fine ogni giorno. Tornare e' sempre nei miei desideri per cui eccomi li tra barconi arrugginiti da cui sbarcano migliaia di uomini donne e bambini. Al seguito spesso anche gli animali , che in questi giorni sono veramente tantissimi a causa della festa del sacrificio ormai alle porte. Lungo le rive del fiume baracche e barche, rickshow e gente che scarica merci, capre e persone che si lavano nel fiume. E questa e' solo una parte di cio che i miei occhi e la mia fotocamera inseguono con grande curiosita'. Si cammina tra le grosse catene degli attracchi e gente che dorme dopo aver lavorato durante la notte. Decido di salire su una delle tante piccole barche per vedere il porto e il suo frenetico brulicare dal fiume. Un po precaria la stabilita' di quella che definirei piu un'ammaso di legno galleggiante che non una barca. Ancora tante occasioni che cerco di fissare nei miei scatti, ancora la sensazione di trovarsi immerso in una bolgia di disperati senza via d'uscita.
Tornato a riva seguo i carretti e i portatori di cesti che tra quei vicoli sono l'unico modo di trasportare le merci. Mi passano davanti agli occhi scene dantesche. Gente che vende verdura accatastata per terra , barbieri che radono i loro clienti tra la folla, donne che chiedono qualche taka per poter mangiare.
Di tutto e di piu in una situazione che ha dell'incredibile.
Quando ormai fa sera ritorno ( sempre accompagnato ) al mio alloggio nella missione del PIME.
Due ore per attraversare un tratto di Dhaka che ancora una volta da la giusta misura della situazione. Un viavai di gente a piedi che sembra piu un esodo che uno spostarsi in direzione di chissa quale area della citta'.
Quando ormai e' notte sono a "Casa" o almeno li e' cosi che mi sento.
E domani mi aspettano altre sorprese......inaspettate sorprese.
Un saluto da Oliviero

4 commenti:

  1. Su questa foto, che ci da solo una parziale idea del tipo di vita che si conduce in Bangladesh, ricambio gli auguri di un felice Natale da estendere anche ai nostri amici. Ciao Pl

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  2. Uno spettacolo leggerti Oliviero, e che grande piacere sentirti.
    I nostri cari saluti a te e a tutto il Bangladesh, Sandro e Cristina

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Sono contenta che tu abbia deciso di scrivere la tua esperienza, Oliviero. Le foto sono belle come sempre e le parole le arricchiscono di movimento, suoni, colori e odori. Daniela

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